| Harry Potter viene collocata tra le saghe fantasy, anche se con il genere ha poco in comune: non è ambientata in un'epoca senza era o in un altro universo nè possiede un carattere epico esplicito. Inoltre, la magia non appartiene solo a pochi eletti ma a tutta una comunità.
A differenza di altre saghe fantastiche, in cui i protagonisti appartengono ad un mondo immaginario (su tutte Il signore degli anelli, ma anche i recenti Earthsea ed Eragon) o che vi approdano attraverso qualche passaggio segreto o magico (come avviene nelle Cronache di Narnia), quella di Harry Potter si caratterizza per essere ambientata nel mondo reale e nei decenni contemporanei, svolgendosi tra il 1980 ed il 2017; in altre parole, il mondo di Harry Potter conviverebbe da sempre con quello ordinario delle persone comuni (che vengono chiamati babbani) ma da esso si nasconderebbe (dal 1600) per motivi di sicurezza ed ordine; non a caso, in Harry Potter si trovano moltissime citazioni della mitologia celtica e greca, dell'alchimia, della criptozoologia e degli stereotipi più classici legati alla concezione magica e fantastica dell'uomo; tali elementi fanno da cornice alle avventure del protagonista oppure, a volte con ironia, si piegano al volere della trama. La stessa saga è composta da sette libri, numero ritenuto "magico" da molte tradizioni e leggende fantastiche.
Altra peculiarità è la crescita interiore ed emotiva dei protagonisti attraverso le prove più o meno pericolose che il destino ha loro riservato. In Harry Potter i protagonisti non vivranno un'esperienza magica limitata all'infanzia o all'adolescenza per poi tornare nel mondo reale ordinario (Le cronache di Narnia), ma diverranno adulti nel mondo magico come le persone comuni. Dagli aspetti prettamente adolescenziali come le ribellioni, la fiducia in se stessi, la curiosità, la scoperta dell'amore, l'impulsività ed i relativi errori si passa ad elemeti molto più maturi come il potere politico, le strumentalizzazioni mediatiche, il razzismo, l'immaturità e le paure degli adulti, l'oppressione del più debole, la vecchiaia ed i suoi errori, la depressione e la morte. In questo contesto, all'inizio la magia è ludica ed affascinante ma quasi subito diventa arma temibile ed insidia. Per questo motivo, se agli occhi dei babbani la magia risolverebbe molti problemi, in realtà un'ipotetica vita nel mondo magico di Harry Potter sarebbe molto più pericolosa e complicata. Tutta l'opera è caratterizzata da regole appositamente create per rendere logico l'iter della trama: si va dall'impossibilità per i minorenni di effettuare magie al di fuori della loro scuola di magia (Hogwarts), al corretto atteggiamento da adottare per avvicinare un ippogrifo; dall'obbligo d'iscrizione per gli animaghi nel registro ministeriale, all'impossibilità di smaterializzarsi internamente ai confini di Hogwarts; dall'imbarazzante conseguenza che genererà un'apertura posticipata di una strillettera, ai sintomi "comuni" di possessione; dalle regole per essere un ottimo occlumante, alla superiorità magica spesso sottovaluta di alcune creature come gli elfi domestici e i folletti; dalla responsabilità che si assume un custode segreto (Incanto Fidelius), alle regole di precedenza e sottomissione che esistono tra le bacchette magiche in relazione al mago vincitore o sconfitto in un duello. L'insieme costituisce un corredo di preziose nozioni messe a disposizione del lettore per risolvere, potenzialmente, i vari enigmi e misteri che libro dopo libro si accumulano fino a risolversi nel finale. Tuttavia, nonostante la ricca componente di norme create ad hoc dall'autrice, una delle principali caratteristiche della saga è proprio quella dell'imprevedibilità dei forti colpi di scena, con cui tutte le regole vengono aggirate
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